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L’importanza della sostenibilità nel premium packaging

L’importanza della sostenibilità nel premium packaging

Il consumatore del 2021 è un consumatore sempre più attento al tema della sostenibilità. Questo dato, oltre a riguardare il campo di applicazione dell’etica, nel contesto economico ha un impatto concreto sulle performance delle aziende. Anche il mondo del lusso deve fare i conti con l’evidenza di questo fatto e muoversi di conseguenza se non vuole correre il rischio di vedere ridotte le entrate qualora non dovesse soddisfare le aspettative e le domande dei consumatori.
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Il Libro Bianco di APP e Smithers Pira

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Asia Pulp & Paper (APP), sulla base di uno studio commissionato dall’Istituto di Ricerca Smithers Pira, ha realizzato il Libro Bianco Sustainability in Luxury PackagingLa Sostenibilità nel Packaging del Settore Lusso. L’Istituto infatti ha esplorato le opinioni sul packaging dei prodotti di lusso dei consumatori britannici, francesi e italiani. Dallo studio risultano 3 principali evidenze:
  • · Il 78% dei consumatori sarebbe disposto a pagare un sovrapprezzo per un prodotto di lusso dal packaging sostenibile;
  • · Il 26% dei consumatori ammette di non sapere come verificare se il brand è sostenibile;
  • · Il 21% dei consumatori ha deciso di non procedere all’acquisto di un prodotto di lusso a causa di un packaging eccessivo.
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(Fonte: Vanity Fair)

Marchi del settore lusso: i consumatori e le loro aspettative

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Innanzitutto, il 71% dei consumatori, quindi la grande maggioranza, si aspetta che i brand del lusso siano sostenibili e utilizzino un packaging sostenibile. Questo è così vero che il 78% dei consumatori sarebbe disposto a pagare un sovrapprezzo per acquistare un prodotto di lusso se il packaging fosse prodotto in maniera sostenibile.

In ogni caso, l’entità del rischio in cui possono incorrere le imprese del lusso è dimostrata dal fatto che circa un quarto dei consumatori (il 24%) sceglie di non acquistare un prodotto se un marchio non è in grado di provare la propria sostenibilità. È interessante notare inoltre come i consumatori italiani siano più propensi a controllare le etichette del prodotto per verificare la sua sostenibilità (37%, contro il 26% del Regno Unito e il 22% della Francia).

Questo è interessante soprattutto perché dimostra che nonostante diversi marchi si stiano impegnando per costruire un sistema di approvvigionamento responsabile lungo tutta la filiera, non è detto che questo impegno venga sempre comunicato in maniera efficace ai consumatori, e questa lacuna può comportare conseguenze negative.
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(Fonte: Equilibrium)
La sostenibilità è il terzo fattore in ordine di importanza nel processo di scelta della clientela luxury. Il primo criterio risulta infatti essere la qualità, scelta dal 94% degli acquirenti, seguita dall’ adeguatezza del prodotto nel riflettere la propria personalità (80%). Nello specifico, la ricerca fa emergere che in termini di standard di qualità dei prodotti di lusso gli italiani sono in testa, con otto consumatori su 10 (80%) che pongono molta enfasi sulla qualità del prodotto. Il 72% dei clienti viene però influenzato fortemente dal tipo di confezionamento dei prodotti durante la decisione d’acquisto.

La personalizzazione è un elemento fondamentale, in particolare se si guarda al segmento dei millennial, cioè i nati tra il 1980 e il 2000. Questi ultimi infatti concentrano una particolare attenzione nel riuscire ad esprimere la propria identità, e lo fanno attraverso i brand. Inoltre, gli stessi, secondo il sondaggio European consumer packaging perceptions (2018), il 55% dichiara di aver cambiato marca per evitare l’uso eccessivo di packaging.
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(Fonte: Pexels)
L’attenzione all’uso dell’imballaggio è un elemento ricorrente anche del Libro Bianco, in cui un consumatore su cinque ammette di non procedere all’acquisto di un prodotto se eccessivamente imballato. In ogni caso, la ricerca rivela che più della metà degli intervistati considerano plastica e metallo materiali meno sostenibili, mentre carta e cartone sono preferiti dal 63% dei consumatori.
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Packaging riciclabili della linea Dolci Armani in collaborazione con Gobino. (Fonte: © Armani)

La sostenibilità al centro del lusso

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Liz Wilks, Asia Pulp & Paper, ha dichiarato: “La nostra ricerca dimostra quanto, per i consumatori, packaging e sostenibilità stiano diventando sempre più importanti nel processo d’acquisto di un prodotto di lusso. Packaging e prodotto ormai viaggiano sempre di più di pari passo nella mente dei consumatori, che sono più consapevoli degli impegni di un brand verso un approccio sostenibile, l’approvvigionamento responsabile e la conservazione dell’habitat. È importante quindi che sia i brand del lusso, sia l’industria del packaging includano questi tre elementi nelle loro comunicazioni”.

Adam Page, Smithers Pira, ha concluso: “La sostenibilità non è un argomento topico solo nel settore del packaging, ma lo è anche per i consumatori. […] I consumatori giudicano i loro marchi preferiti non solo in base al prodotto stesso, ma anche dalla loro confezione. I consumatori si aspettano che i marchi dimostrino le loro responsabilità sociali e ambientali”.
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Boxwego verso un packaging di lusso sostenibile

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Noi di Boxwego siamo consapevoli del fatto che il settore del packaging è in continua evoluzione e trasformazione, e siamo spinti dalla voglia di accompagnare i brand nel percorso verso confezioni sostenibili e di qualità, che siano frutto dell’unione tra valorizzazione del prodotto e basso impatto ambientale, con l’obiettivo comune di proteggere il pianeta e garantire al consumatore finale la migliore esperienza possibile.
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PMI, Made in Italy e digitalizzazione

PMI, Made in Italy e digitalizzazione

Ci troviamo a vivere in un’epoca storica senza precedenti, paragonabile a nessun’altra. Il sistema economico e sociale su cui si basa la nostra quotidianità, il nostro modo di relazionarci agli altri, il nostro modo di acquistare e consumare beni, ha vissuto e sta vivendo enormi sconvolgimenti. Il grado di complessità nell’analizzare quello che sta accadendo è molto alto, ed è difficile comprendere esattamente quale sia il futuro che ci attende.

Quello che è certo, però, è che l’emergenza sanitaria ha modificato profondamente le modalità di acquisto e consumo, innescando previsioni di cui i brand devono fare tesoro e grazie alle quali possono adottare soluzioni adatte nel lungo termine.
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(Fonte: Pexels by Edward Jenner)

Made in Italy

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Uno studio della società di consulenza globale Alvarez&Marsal e di Retail Economics, sulle 30 principali catene di distribuzione in sei Paesi europei tra cui l’Italia, rivela che nei prossimi mesi saranno venduti tre-quattro miliardi di euro in più di prodotti Made in Italy, con una contrazione dell’import di quasi il 3,5%. La spiegazione sicuramente si trova nell’impatto della pandemia sul mercato internazionale.
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Le aziende italiane e i fornitori, dopo un primo momento di spaesamento, hanno saputo equipaggiarsi di inventiva e progettare catene di lavoro più intelligenti ed affidabili. Il 43% dei fornitori intervistati nello studio dichiara di voler prediligere una politica di “near-shoring”, riavvicinandosi alle fonti di approvvigionamento, e di “on-shoring”, riportando nei confini nazionali la filiera di produzione, nella sua interezza o almeno in gran parte.
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(Imaginechina via AFP)
Oltre a questi dati, lo studio di Alvarez&Marsal mette in luce anche la direzione ben precisa che stanno sempre di più adottando le imprese verso l’hi-tech, a partire dagli investimenti nella digitalizzazione (77%), fino ad arrivare all’automazione (63%) e all’intelligenza artificiale (23%).
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Piccole e medie imprese digitalizzate

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Sappiamo che in Italia il 92% delle imprese attive è costituito da piccole e medie imprese, in cui sono occupati l’82% degli italiani, dati che si spingono ben oltre la media UE. Esse sono le realtà imprenditoriali portanti del nostro Paese. Ecco perché, a causa del blocco causato dall’emergenza Covid-19 e del conseguente rischio di compromettere il comparto, il pericolo era quello di intaccare un intero sistema economico.
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(Fonte: Freepik by Rawpixel)
Quello che abbiamo visto avvenire e che sta ancora avvenendo è un forte cambiamento in termini di trasformazione digitale. Se da un lato si sta parlando di un trend che stava già investendo il nostro Paese, dall’altro il fattore pandemia ha velocizzato la diffusione e il radicamento di un fenomeno che sicuramente anche negli anni futuri avrà la centralità, anche in vista dei finanziamenti previsti dal Recovery Plan.

Di tutte le piccole e medie aziende in Italia, circa 22 mila, già prima di febbraio, avevano avviato un’attività di e-commerce. Questa scelta si è rivelata poi interessante e vincente, in quanto si sono guadagnate la possibilità di continuare a lavorare, nonostante le limitazioni, non essendo interessate dalle restrizioni dei DPCM.
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(Fonte: Pexels)

Il valore delle piccole e medie imprese

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Nonostante la ridotta dimensione aziendale, il tessuto industriale italiano si conferma oggi estremamente vitale. Tra le PMI si osserva la crescita e lo sviluppo di nuovi soggetti imprenditoriali altamente competitivi e con crescente propensione all’innovazione e all’internazionalizzazione. Il contributo che queste realtà apportano va oltre l’aspetto economico, occupando un posto importante anche nel tessuto culturale e sociale del Paese.

La vera forza delle piccole e medie imprese trainanti il Made in Italy è la vendita di prodotti di nicchia, frutto del saper fare italiano e soprattutto della maestria nel valorizzare l’artigianalità, cercando però sempre di intercettare i movimenti del mercato e i bisogni dei consumatori, innovando continuamente.
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Boxwego e il packaging perfetto per piccoli produttori

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Il cambio generazionale vissuto dallo Scatolificio Girola ha dato vita a Boxwego, la nostra Digital Packaging Factory che nasce per soddisfare le esigenze di quei piccoli produttori che hanno bisogno di un packaging personalizzato dalle piccole tirature. Un packaging in grado di trasmettere il valore del prodotto Made in Italy e valorizzare la sua storia e il lavoro che lo ha portato fino alle mani del cliente.

Boxwego ha intravisto la necessità di innovare e digitalizzare un settore già esistente, che però aveva bisogno di una realtà che facesse un passo avanti verso la personalizzazione e la richiesta di piccoli quantitativi. Questa necessità ha trovato espressione, oltre che nell’adozione delle tecnologie dell’Industria 4.0, in un sito e-commerce dotato di configuratore 3D. In questo modo anche le piccole e medie imprese produttrici di oggetti di qualità possono, in pochi semplici passaggi, accedere ad un packaging pregiato.
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Com’è nata la scatola di cartone?

Com’è nata la scatola di cartone?

Fin dai tempi più antichi l’uomo ha avuto la necessità di contenere e proteggere i prodotti della terra, i manufatti e le merci in genere. Ma come si è arrivati alla scatola di cartone?
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Etimologie e origini

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La parola “scatola” sembra derivare dal latino medievale castula (‘cassa, cesto’), parola a sua volta di origine germanica. Non è da escludere che possa derivare dal tedesco schatz, ‘tesoro’, che sembra riferirsi alla radice skad- (‘coprire, nascondere’), e che riporterebbe all’idea di scrigno o salvadanaio.

Secondo l’enciclopedia Treccani sta a indicare un “involucro di forma varia, generalmente fatto di cartone, sempre munito di coperchio, usato per contenere e conservare oggetti svariati”.

Se ci spingiamo oltre l’approccio linguistico, alla ricerca delle origini temporali e geografiche dell’oggetto, scopriamo che dobbiamo andare indietro di tre-quattromila anni per rintracciarne la prima comparsa. E, precisamente, dobbiamo spostarci in Cina. Infatti, durante il I e II secolo a.C., si usavano fogli di corteccia di gelso per avvolgere e conservare gli alimenti.

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corteccia di gelso
Corteccia di gelso

L’arrivo in Occidente: tra commercio, giochi da tavola e cappelli

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Grazie alla Via della Seta e all’intensificarsi del commercio tra gli imperi dell’Europa e della Cina, arrivarono ad ovest nuove tecniche e materiali.

All’inizio il cartone era usato come materiale di stampa e da scrivere, piuttosto che in forma di scatola per la conservazione. La prima scatola di cui ci arriva documentazione riguarda quella usata per un gioco da tavolo tedesco di strategia bellica, “The Game of Besieging”. Era il 1817.

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Secondo alcuni, un certo Malcolm Thornhill, industriale inglese, fu il primo a creare una scatola di cartone a foglio singolo, ma non ci sono prove sufficienti di chi fosse o cosa abbia conservato nella scatola di cartone. Da lì sarebbero passati altri quarant’anni prima che un’altra innovazione scuotesse il mondo del cartone.

Nel 1956, infatti, Edward Allen e Edward Healey, nel business della vendita di cappelli alti, necessitavano di un materiale che potesse sorreggere e mantenere la forma del cappello. Nacque così uno dei primi contenitori di carta ondulata, un materiale tipicamente realizzato con fibre di legno non sbiancate con un foglio scanalato fissato su una o due tavole lineari.
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Robert Gair e l’errore fortunato: nasce la scatola di cartone

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Robert Gair, emigrato di origine scozzese, era uno stampatore che nel 1870 aveva iniziato una produzione di sacchetti di carta a Brooklyn. Aveva realizzato, infatti, che le persone preferivano imballaggi di carta piuttosto che sacchetti di cotone e iuta, che non erano prontamente disponibili durante la guerra.
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Un giorno, nel 1879, mentre stava producendo dei sacchetti, la sua macchina si inceppò e tagliò la carta. Invece di preoccuparsi per i sacchetti rovinati, Gair vide che tagliare e sgualcire il cartone in una volta sola avrebbe potuto creare le scatole prefabbricate.

Scoprì così che piegando e tagliando la carta in una operazione unica poteva produrre scatole di carta pretagliate. Applicando questa idea al cartone ondulato alcuni anni dopo nacquero le prime scatole di cartone vere e proprie.

Creare scatole era un processo lungo e costoso. Ora, grazie a Gair, le scatole di cartone potevano essere prodotte in serie, rendendole più convenienti.
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(Fonte: Freepik)

Le scatole in cartone oggi

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Nella società di oggi, le scatole di cartone sono ampiamente diffuse per gli usi più disparati, basti pensare che nel 2005 l’architetto Peter Ryan ha progettato un’intera casa composta in gran parte da scatole di cartone.

Vengono scelte così spesso proprio perché sono un prodotto unico, riciclabile, rinnovabile e biodegradabile, che è anche altamente riutilizzabile dai consumatori.

Le scatole in cartone, però, non sono tutte uguali. Tra i diversi tipi, le scatole rigide rivestite presentano notevoli vantaggi, come ad esempio la robustezza, la raffinatezza, il loro riutilizzo. Soprattutto, la capacità di trasmettere prestigio e di innalzare il valore percepito del prodotto.

Abbiamo creato per questo una Digital Packaging Factory che ti permette di progettare e realizzare la tua scatola rivestita personalizzata in pochi semplici passaggi.
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Minimalismo e raffinatezza: le due carte vincenti del premium packaging

Minimalismo e raffinatezza: le due carte vincenti del premium packaging

La confezione è il primo elemento che permette al brand di interagire con il cliente. L’estetica, quindi, costituisce un aspetto molto importante, considerando l’attenzione sempre maggiore da parte della clientela verso le caratteristiche del packaging stesso, come anche il suo impatto ambientale e la sua spinta innovativa.
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Pandemia e packaging di lusso

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Come sappiamo, il 2020 è stato un anno dai grandi cambiamenti. Chi lavora nel mondo del packaging deve districarsi tra nuove esigenze e nuovi gusti per capire quali siano i trend e così andare incontro ai bisogni dei consumatori. È interessante quindi considerare ed approfondire gli studi in merito, come ad esempio quello di Packaging Première, che ha promosso una ricerca finalizzata alla comprensione delle tendenze qualitative nel mondo del packaging.

Quello che ne traspare è un rinnovato e consolidato interesse per il Made in Italy, sia dal punto di vista del consumo interno sia per quanto riguarda l’estero. Ecco che allora il packaging funge da transfer di quei valori iconicamente legati all’eccellenza italiana, alla raffinatezza delle produzioni, al caratteristico binomio dato dall’eleganza tradizionale e l’innovazione.

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(Fonte: Unsplash, by Laura Lucas)

Il minimalismo e la filosofia del “Less is more”

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La tendenza sempre più diffusa è quella che vede crescere la richiesta di un packaging minimale, dalle linee semplici.

Il minimalismo consiste nell’eliminare l’eccesso, usare solo le cose di cui si ha veramente bisogno. Questo concetto è molto utilizzato nell’arte, nell’architettura e nell’interior design.

La propensione verso un design pulito potrebbe essere collegata ad una mentalità sempre più attenta all’ambiente e alla riduzione degli eccessi. Allo stesso tempo il prodotto ne guadagna in visibilità, dato che l’involucro non si propone in modo accattivante, ma gli lascia il giusto spazio. Questo fa sì che possa crearsi un maggior legame tra il consumatore e il brand, incentivando l’idea di avere in mano un prodotto esclusivo e di qualità.

Ecco perché la filosofia del Less is more si realizza pienamente in questo contesto, dato che i design minimali del packaging permettono al prodotto di spiccare rispetto ad altri che lo circondano.
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Carta e cartone per il tuo packaging

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Oltre alla raffinatezza dal punto di vista estetico, nel segmento delle confezioni di lusso i clienti richiedono un packaging che sia ecosostenibile. In questo, carta e cartone rappresentano i materiali perfetti: oltre a dare la possibilità di realizzare packaging di alto livello, sono ecologici e facilmente riciclabili.
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(fonte: Equilibrium)
Tra tutte le possibili opzioni, le scatole premium in cartone rigido rivestite rappresentano sicuramente una delle soluzioni più eleganti, raffinate e apprezzate di packaging.

In primis è interessante considerare la grande libertà in termini di personalizzazione che questo formato permette, sia per quanto riguarda la grafica sia se si parla di stampa e di effetti tattili e visivi. È possibile infatti scegliere ad esempio tra vari tipi di carta, liscia, goffrata, in similpelle, oltre ai colori, opachi o lucidi.

Con Boxwego puoi creare la tua scatola premium in cartone rigido rivestita e personalizzata in pochi semplici passaggi, ottenendo come risultato un vero esempio di confezione elegante e raffinata.
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