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date_range 2021-06-08

Digitalizzazione in Italia: e-commerce e pandemia

Digitalizzazione in Italia: e-commerce e pandemia

A che punto è l’Italia nel suo percorso verso la digitalizzazione? E in che modo la pandemia ha influenzato questo processo? In questo articolo cerchiamo di comprendere, partendo dal mondo e-commerce, cosa è successo e cosa sta succedendo nel nostro Paese.

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Il 2020 è stato sicuramente l’anno in cui si è parlato di più di e-commerce ovunque, a partire proprio dall’ambiente digitale, tra social, siti e ricerche di mercato. SEMrush, infatti, afferma che “acquista online” è stata una ricerca online che è raddoppiata nel primo mese della pandemia e che c’è stata una crescita media del 30% del traffico per siti di e-commerce nella prima metà dell’anno.
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(Fonte: SEMrush) 
Soprattutto durante i primi mesi della pandemia, c’è stato un periodo di confusione e di sorpresa nei confronti del netto spostamento degli acquisti sulle piattaforme digitali. Amazon stesso, che ha sicuramente beneficiato della situazione e si è riconfermato il principale rivenditore online, si è trovato a ridurre il catalogo ai soli beni essenziali in Italia e in Francia, data la difficoltà nel far fronte all’aumento esponenziale degli ordini.
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(Fonte: Freepik)
In ogni caso, si può osservare come, sempre durante il primo periodo, le aziende che avevano già avviato il processo di digitalizzazione si siano trovate avvantaggiate e abbiano potuto non fermarsi e rilanciare le vendite. Si può dire infatti che l’e-commerce sia stato uno dei pochi settori che non hanno subito un contraccolpo negativo causato dal Covid-19. In particolare, gli acquisti online si sono concentrati per più della metà nel nord Italia, per il 28% nel Sud e Isole e per il 19% nel centro Italia.
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L’Italia e la digitalizzazione

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Ma qual è lo stato dell’Italia nel processo della digitalizzazione? È indispensabile comprendere questo dato per poter dire se il nostro Paese sia pronto per questa rivoluzione nell’ambito delle vendite. Secondo i dati dell’Osservatorio Professionisti e Digital Innovation 2b2, il 55% delle aziende si dimostra ancora incapace di capire le potenzialità del digitale, non riconoscendolo come un fattore strategico per il proprio sviluppo.

C’è da considerare il tipo di sforzo richiesto alle aziende italiane nell’effettuare questo cambiamento. Il passaggio al digitale, infatti, implica soprattutto un cambio di atteggiamento culturale, che il sistema imprenditoriale del nostro Paese, forse anche per le piccole dimensioni della maggior parte delle sue aziende, fatica ancora ad adottare.
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(Fonte: Pexels by Serpstat)
Ci sono infatti ancora molti limiti e ostacoli che allontanano l’Italia dal pieno raggiungimento dell’obiettivo digitalizzazione. In primis, il digital divide. Si tratta del divario esistente tra chi ha un accesso adeguato ed efficiente ad internet e chi invece, per scelta o per motivi tecnici, non ce l’ha. Questo secondo gruppo subisce così un’esclusione importante dai vantaggi della società digitale.

A questo si aggiunge il fronte del capitale umano: secondo gli indicatori del Digital Economy and Society Index 2020 (DESI), relativi ai 28 Paesi dell’UE, l’Italia spicca per la bassa disponibilità di competenze digitali e per la mancanza di un’integrazione delle tecnologie digitali nei processi organizzativi e produttivi.
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(Fonte: Pexels by Negative Space)

L'effetto pandemia

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Non tutti i mali vengono per nuocere. Senza dubbio infatti, la pandemia ha però avuto l’effetto di accelerare un processo che era già in corso. Già nel 2019, i numeri registravano un incremento del 10% dell’e-commerce rispetto al 2018. Inoltre, i dati 2019-2020 mostravano che in Italia l’e-commerce, pur rappresentando ancora una piccola parte degli acquisti complessivi (7,3% del totale), generava comunque il 65% della crescita Retail complessiva (online + offline).

Nel 2020 i dati hanno visto un sensibile incremento, pari al 25% in più rispetto al 2019. Nonostante ciò, l’importante domanda di cambiamento dei consumatori si scontra con un contesto imprenditoriale che, come già detto, si dimostra non ancora pronto. Per far fronte a questa carenza è necessario che sempre di più si cerchi di ascoltare la esigenze dei clienti, che invece si dimostrano pronti ad un cambiamento radicale nelle abitudini.

Durante il convegno online di ottobre 2020 del Politecnico di Milano con l’Osservatorio Multicanalità dal nome Multicanalità 2020: il countdown del cambiamento sono emersi dati interessanti lato cliente. Dai risultati della ricerca antecedente al convegno è emerso che più di un italiano su quattro è un consumatore multicanale evoluto e che 5,7 milioni di italiani sono a loro agio in tutte le fasi del processo di acquisto online. Inoltre, il 53% degli acquirenti si dimostra molto interessato a incoraggiare le imprese e sarebbe disposto a cambiare le proprie abitudini per aiutare i negozi di fiducia a sfruttare i canali digitali. Segnali di cui senza dubbio ogni attività imprenditoriale dovrebbe tener conto.
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(Fonte: Pexels by emirkhan bal)

Tra fisico e digitale

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Queste nuove abitudini di acquisto comprendono anche una sempre maggiore ibridazione tra canale fisico e canale digitale. La maggioranza degli acquirenti del mondo online, infatti, è capace di passare dal fisico al digitale in modo alternato. Ci sono elementi insostituibili nell’esperienza fisica in negozio, come le sensazioni tattili nel toccare un oggetto, l’indossare un capo prima di comprarlo, oltre alle sensazioni più nascoste ma ugualmente importanti, come quelle che nascono dalla piacevolezza di un’atmosfera o dalla gentilezza di un negoziante.

Ciò non toglie che non essere presenti online oggi, e non cogliere le opportunità che il digitale mette a disposizione, significa rinunciare ad opportunità di mercato e, col passare del tempo, rimanere fuori dai giochi. L’obiettivo, insomma, dovrebbe essere quello di combinare le potenzialità offerte da entrambi i luoghi, quello fisico e quello digitale, per creare la migliore esperienza possibile per il cliente del 2021.
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Boxwego e la digitalizzazione

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La realizzazione della scatola rivestita di lusso ha sempre previsto un contatto diretto tra produttore e cliente, necessario a comunicare in modo preciso le varie caratteristiche di un prodotto di per sé complesso.

Boxwego ha colto la sfida del digitale e ha fatto in modo che questo contatto fosse sostituito per la maggior parte dalla tecnologia e che fosse però integrato con il fattore umano, sempre presente al fine di risolvere e prevenire i problemi del cliente finale. Attraverso il Configuratore 3D, si crea tra acquirente e produttore un rapporto a distanza funzionale, che porta più velocemente e con minore margine di errore a risultati efficaci e precisi.
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